Inizia la sua carriera nel 1969 collaborando con il giornale palermitano L'Ora. Letizia si trova ad essere l’unica donna tra colleghi uomini.
Nel 1970 si trasferisce a Milano dove incomincia a fotografare collaborando con varie testate.
Nel 1974 ritorna a Palermo e crea, con Franco Zecchin, l'agenzia "Informazione fotografica", frequentata da Josef Koudelka e Ferdinando Scianna.
Nel 1974 si trova a documentare l'inizio degli anni di piombo della sua città, scattando foto dei delitti di mafia per informare l'opinione pubblica e scuotere le coscienze. Comprende di trovarsi nel mezzo di una guerra civile. Il suo archivio racconta l’egemonia del clan dei Corleonesi.
Sono suoi gli scatti all'hotel Zagarella che ritraggono gli esattori mafiosi Salvo insieme a Giulio Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo. Il 6 gennaio 1980 è la prima fotoreporter a giungere sul luogo in cui viene assassinato Piersanti Mattarella. Nello stesso anno un suo scatto della “bambina con il pallone“ nel quartiere palermitano della Cala fa il giro del mondo.
Francesco Cito, è nato a Napoli il 5 maggio 1949. Interrotti gli studi si trasferisce a Londra nel 1972 per dedicarsi alla fotografia.
L' inizio in campo fotografico 1975, avviene con l' assunzione da parte di un settimanale di musica pop-rock (Radio Guide mag.).
Gira l' Inghilterra, fotografando concerti e personaggi della musica leggera. In seguito, divenuto fotografo free-lance, inizia a collaborare con The Sunday Times mag., che gli dedica la prima copertina per il reportage "La Mattanza".
Successivamente collabora anche con L'Observer mag.
Nel 1980, è uno dei primi fotoreporter a raggiungere clandestinamente l'Afghanistan occupato con l'invasione dell'Armata Rossa, e al seguito di vari gruppi di guerriglieri che combattevano i sovietici, percorre 1200 KM a piedi.
Sue le foto dei primi soldati della Stella Rossa caduti in imboscate.
Mi sono avvicinato alla fotografia per “colpa” della mia compagna, che si interessava di arti visive e plastiche.
Era semplicemente un gioco, ma molto piacevole e congeniale.
Mi sono affezionato al mezzo e innamorato dell’idea di poter esprimere, di potermi esprimere, di poter lasciare un messaggio.
Il momento chiave è l’incontro con uno dei maestri norvegesi della fotografia: Morten Krogvold e della sua compagna di vita Tarand.
Erano clienti di vecchia data del ristorante dove lavoravo.
Per due settimane Morten ha vestito i panni di “Pablo Neruda” nel film con Massimo Troisi: “il Postino”.
Inizia la carriera di fotogiornalista alla fine degli anni ’70 dedicandosi ai grandi temi della realtà italiana usando la fotocamera come strumento di analisi sociale.
Dopo anni di militanza nel collettivo del quotidiano il Manifesto, negli anni ’80 amplia il raggio delle collaborazioni e rivolge sempre di più la sua attenzione all’attualità internazionale pubblicando ampi reportage sulle maggiori testate nazionali ed estere.
La passione per la fotografia intesa come testimonianza e l’attenzione ai fatti storici di questi ultimi decenni l’hanno portato su fronti caldi come il Medio-Oriente, il Kurdistan e la guerra del Golfo del 1991 e del 2003.
Nasce a Malles Venosta (BZ). Docente per necessità di vita, fotografo per vocazione, risiede a Trieste.
Da una precedente esperienza maturata nel campo delle arti figurative passa alla fotografia negli anni Settanta occupandosi prevalentemente di didattica.
Interessato ai processi comunicativi svolge attività di operatore culturale nell'ambito della comunicazione visiva come curatore, critico, organizzatore, consulente ed esperto nella lettura /valutazione dell’immagine singola e Portfolio.
Docente, ma anche fotografo, conduce stage, seminari, workshops a tema, corsi di photo-editing e di lettura/valutazione dell'immagine presso Istituti Scolastici, Istituzioni Pubbliche e FotoClubs su tutto il territorio nazionale.
Collabora con alcune riviste di settore nella realizzazione editoriale di opere nell’ambito della fotografia d’autore.
Maurizio Garofalo, nato nel 1959, ha vissuto ad Ancona, Venezia, Firenze, Napoli, Roma, Milano.
Laureato in Architettura, abbandona la libera professione per dedicarsi alla grafica editoriale e alla fotografia.
Giornalista professionista, dal 2000 al 2009 è art director e photo editor a “Diario”, diretto da Enrico Deaglio, giornale che nel 2002 vince a Parigi il premio internazionale “Guide de la Presse” come miglior giornale del mondo. Alla professione affianca un’intensa attività di didattica sulla fotografia e fotogiornalismo, di curatela editoriale nella realizzazione di libri di fotografia, di conferenze e letture-portfolio in Italia e all’estero, di giurato in concorsi nazionali e internazionali di fotografia.
Nel 2010 è nel comitato scientifico e nella giuria del “Premio Bruce Chatwin”, per la fotografia e la narrativa di viaggio; nel 2011 insegna a New York nell’ambito del “New York Photogarphy Workshop”, organizzato da Spazio Labo’; nel 2012 crea “Ragusa Foto Festival” ed è direttore artistico della prima edizione. Nel 2013 ha curato la realizzazione editoriale del volume “Mimmo Jodice”, di Roberta Valtorta, edito da Bruno Mondadori. E’ stato nel comitato scientifico del festival “Gazebook” in tutte le sue edizioni. Dal 2014 è sotto contratto con la casa editrice Pearson per la progettazione delle nuove collane editoriali.
Dal 2015 ha tenuto conferenze sulla fotografia con Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, Tano D’Amico, Maurizio Galimberti, Tony Gentile, Uliano Lucas, Davide Monteleone, Joe Oppedisano, Ivo Saglietti, Ferdinando Scianna.
Ha curato mostre di Alfredo Bini, Giuseppe Cardoni, Diego Casertelli, Bruce Chatwin, Gianni Cipriano, Tano D’Amico, Mario Dondero, Nanni Fontana, Fausto Giaccone, Tina Modotti, Mimì Mollica, Ferdinando Rollando, Ivo Saglietti, Enzo Sellerio, Shobha.
Dal 2018 insegna “Photo Editing” presso la scuola di Arti Visuali “Mohole”, a Milano.
Dal 2021 insegna “Art Direction” presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti, a Genova.
Ho 25 anni e sono aspirante insegnante.
Fin dalle più dolci età della vita, guardavo con ammirazione il mondo della scuola tanto da farne, ancora tutt’oggi, il mio principale obiettivo. Tanto alle scuole medie quanto alle superiori, la prospettiva della cattedra mi ha sempre affascinato.
Molte volte mi sono domandato cosa insegnare, ma ho voluto lasciare al destino la scelta che avrebbe cambiato la mia vita. Incertezze, dubbi, domande e perplessità si sono sempre presentate ma la strada da percorre presto mi venne mostrata: la storia dell’arte.